Tua moglie sorrideva sempre con lo stesso sorriso. Staccando il collegamento satellitare dai tuoi mesi di assenza, ti guardava per qualche istante senza dire una parola, poi sorrideva. Tu restavi solo in letti che non ti appartenevano a chiederti perché non ti lasciasse, o se qualcuno che non eri tu avesse preso il tuo posto,Continua a leggere “Racconto due #2”
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Foster
Ho preso una brutta caduta, Foster, la stessa caviglia che ha ceduto nella nostra finale. I dottori hanno detto che ne avrò per sei mesi e poi la fisioterapia. Col gesso e la gamba in trazione mi sento ridotta a niente, ho messo qualche buona palla al centro e poi sono caduta sulla stessa vecchiaContinua a leggere “Foster”
Racconto due
Un fenomeno di abitudine fa terminare le notti dopo sei ore. Nella generalità dei casi questo avviene alle sette e venti del mattino. Passi venti trenta secondi a estendere muscoli e tendini ed esci dal letto. Ai tempi del tuo primo contratto il torpore e lo stordimento del mattino erano un piano distinto di pensiero,Continua a leggere “Racconto due”
Aprile 2002
Era, più che lo scorrere del tempo, l’acuirsi di un’ossessione, il cristallizzarsi delle frasi piuttosto banali che ti si formulavano incessantemente in testa, l’evidenza via via maggiore della tua incapacità di reagire alla mutazione che, di lì a poco, ti avrebbe trasformato in un essere grottesco. “Una specie di ritardato che gira da una stanzaContinua a leggere “Aprile 2002”